nuovo-logo-coni-620x350(Tempi Supplementari – di Gianni Bondini) – I quindici Enti di Promozione Sportiva (EPS), entro venerdì 30 gennaio, dovranno presentare i primi conti al CONI. Ed i finanziamenti (che nel 2014 sono stati di 15 milioni e 788 mila euro) verranno erogati in base:  all’attività svolta sul territorio e verificata;  alla consistenza degli iscritti opportunamente verificata. Stop alle troppo semplicistiche auto-attestazioni “rilasciate dai medesimi Enti”.

Magari con i tesseramenti fatti ai botteghini delle discoteche (così dicono i maligni sottovoce). Non è finita, perché diminuisce sostanziosamente anche il contributo finanziario in base al semplice “riconoscimento come Ente di promozione”: passa dal 30% della contribuzione al 10% e i dati “sulla contribuzione” verranno resi pubblici on line.

Il giudizio sul recupero di una dignitosa indipendenza dalla politica del Coni di Giovanni Malagò è positivo col beneficio del dubbio. Ai tempi del Rinascimento sportivo di Giulio Onesti, all’esordio, gli Enti vennero etichettati come “catena di trasmissione dei partiti”. Non molto è cambiato per talune organizzazioni, ora comitati elettorali di questo o di quel movimento o personaggio locale.

Malagò invece è poco preoccupato delle benedizioni o dei passaporti politici. Forse ha una “propria influenza politica”, anche se, volendo essere equidistanti, non sono chiare a chi verranno affidate le “verifiche sulla “reale consistenza degli Enti”. Ricordiamo che si diceva a Montecitorio: “Quando non vuoi fare una cosa, nomina una commissione”.

Quale controllore sarà? Un organismo del CONI con poteri reali o solo di facciata? Vorremmo addirittura rincarare la dose:
1. che siano degli autorevoli “revisori” a esaminare i conti degli Enti; 2. che l’attività agonistica, anche se ridotta a “campionato nazionale”, non debba riguardare gli Enti; 3. gli stili di vita, lo sport sociale (attività motoria di giovanissimi e degli anziani) siano le prerogative sportive degli Enti; 4. vietati i doppi tesseramenti, ad esempio, con palestre di Fitness e quant’altro; 5. verifiche di spesa dei contributi. Vera “revisione di spesa”.

Resistono qualche vecchia organizzazione legata a partiti che non ci sono più e talune sigle “trasformistiche” che sarebbe il caso di mandare in pensione. Se si vuole mettere fine alla politica delle “mance”.

A ottobre i presidenti degli Enti più autorevoli hanno applaudito il giro di vite su: tesseramenti, attività e auto attestazioni. “Questa è una nuova stagione per la Promozione sportiva – ha detto il presidente nazionale dell’Uisp Vincenzo Manco -. Le nuove norme contengono criteri che danno valore alla trasparenza e alla consistenza dell’attività reale”. Per Massimo Achini, componente della Giunta del Coni e presidente del CSI, quella degli Enti “è una riforma storica. Basta con la confusione e la poca chiarezza. I numeri della Promozione visibili e verificabili da tutti”. Anche se la “certificazione attiva” entrerà in vigore nel 2016.

Ci auguriamo, se Malagò resisterà sulla “selettività”, che Manco e Achini restino dello stesso parere. Chi sicuramente non impugnerà più la “lima sorda”, dal 15 gennaio prossimo, sarà il presidente del nuoto, Paolo Barelli, secondo la prossima decisione giudiziaria sulle presunte “fatturazioni doppie della Fin”. Lotta continua (con Malagò) o armistizio obbligato? Vedremo.

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